CAPITOLO 5

LA STRUTTURA DEL MERCATO

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5.1 LA FILIERA DEL TESSILE-ABBIGLIAMENTO

Con il termine filiera si indica generalmente l'insieme delle lavorazioni alle quali le materie prime (per esempio lana, cotone, lino) sono sottoposte per essere trasformate in un capo finito, pronto quindi ad essere acquistato dal consumatore finale.
Le tre macro-attività produttive all'interno della filiera del tessile-abbigliamento sono:

1 la filatura;
2 la tessitura;
3 la confezione;
4 la distribuzione.

Alquanto complesse sono le attività svolte dai vari lavoratori della filiera.
Le materie prime, costituite da fibre vegetali grezze come il cotone ed il lino e da fibre animali come la lana, vengono fornite da aziende agricole situate in varie zone del mondo ai grossisti locali che a loro volta le vendono ai rappresentanti della filatura.
Le fibre naturali vengono pulite e confezionate in balle da operatori indipendenti; poi saranno trasformate dalle filature in corti fiocchi (se sono fibre naturali) o in filamenti più lunghi (se sono fibre sintetiche).

Ecco pronto il filato che in rocca può essere lavorato per produrre tessuti o per la maglieria.
Essa ha un ciclo produttivo simile a quello della confezione anche se con differenze all'interno delle singole fasi.
Mentre la maglieria utilizza come materie prime direttamente i filati, la tessitura produce il tessuto intrecciando fili di trama e di ordito per ottenere tessuti semplici (con filati non tinti) e tessuti più complessi e decorati (con filati già tinti).
Il tessuto, poi, si potrà considerare finito quando i rifinitori avranno assolto a determinati processi di lavorazione quali il rammendo, il lavaggio…
Sarà compito, infine, dei confezionisti associare le fasi di preassemblaggio e di assemblaggio di linee di abbigliamento per dare origine al capo di vestiario.

5.2 DESCRIZIONE DEL SETTORE DEL TESSILE-ABBIGLIAMENTO NELL'ALTO VICENTINO

Nell'Alto Vicentino possiamo osservare una delle più significative organizzazioni di tipo "distrettuale" venete. In particolare, secondo l'ultimo censimento (1991), nel sistema locale di Schio sono occupate 3.499 persone in 130 unità locali (u.l.) nel tessile e 2166 persone in 122 u.l. nell'abbigliamento; nel sistema locale di Thiene trovano lavoro 4.623 persone in 278 u.l. nel tessile e 2.921 persone in 247 u.l. nell'abbigliamento; infine nel sistema locale di Valdagno possiamo contare 2401 lavoratori nel tessile e 3.205 lavoratori nell'abbigliamento in, rispettivamente, 66 e 191 u.l.


Tab.5.2.1 Numero di imprese, di addetti nelle imprese, di unità locali e di addetti nelle unità locali per attività

Codice attività
Numero imprese
Addetti imprese
N.unità locali
Addetti unità loc.
17
171
172
173
174
175
176
177
18
181
182
183
442
61
66
46
43
49
41
136
548
30
501
17
15.182
1.109
10.026
899
259
481
132
2.276
7.272
390
6.813
69
474
68
77
50
45
50
43
141
560
30
512
18
10.523
1.806
4.277
994
354
502
280
2.310
8.292
388
7.831
73

Fonte: elaborazione dati Istat '91


17 INDUSTRIE TESSILI
17.1 prep. e filatura di fibre tessili
17.2 tessitura di materie tessili
17.3 finissaggio dei tessili
17.4 confezionamento di articoli in tessuto, esclusi gli articoli di vestiario
17.5 altre industrie tessili
17.6 fabbricazione di maglierie
17.7 fabbricazione di articoli in maglieria

18 CONFEZIONE DI ARTICOLI DI VESTIARIO; PREPARAZIONE E TINTURA DI PELLICCE
18.1 confezione di vestiario in pelle
18.2 confezione di altri articoli di vestiario ed accessori
18.3 preparazione e tintura di pellicce; confezione di articoli in pelliccia

Complessivamente, come si può notare dalla tabella 5.2.1, nell'Alto Vicentino sono presenti 474 u.l. nel comparto tessile (quasi esclusivamente laniero) e 560 u.l. nell'abbigliamento, occupando nella prima attività 10.523 persone e nella seconda 8.292. Mi sembra interessante inoltre far notare come 1/3 degli addetti impiegati in attività manifatturiere nella zona (esattamente il 33,45%) lavorino nel tessile-abbigliamento.

Fonte: elaborazione dati Istat '91

Fonte: elaborazione dati Istat '91

Dai grafici sovrastanti, balza subito all'occhio come nel settore tessile la tessitura innanzi tutto e la filatura e la fabbricazione di articoli in maglieria in seconda battuta siano i comparti che offrono più posti di lavoro; nell'abbigliamento invece, si nota la nettissima supremazia della confezione di articoli di vestiario non in pelle o pelliccia.


Fonte: elaborazione dati Istat '91

Inoltre, dai grafici 5.2.3 e 5.2.4 si evince che nel settore tessile il sistema locale con più addetti sia Thiene (per quanto riguarda i comuni, Schio detiene il primato con 2.227 addetti, seguito da Valdagno con 2.006 addetti, Thiene con 1.065, Piovene Rocchette con 686 e Torrebelvicino con 551).
Nell'abbigliamento invece, il sistema locale con più occupati è quello di Valdagno, con quello di Thiene che segue subito a ruota; a livello comunale, spiccano i 1.669 addetti di Valdagno, i 1.088 di Thiene, gli 813 di Malo, i 799 di Cornedo Vicentino e i 570 di Torrebelvicino.


Fonte: elaborazione dati Istat '91


5.2.1 Il settore tessile

Nella zona, la parte del leone spetta indubbiamente al comparto della lana: l'Alto Vicentino infatti, viene considerato il terzo grande polo laniero italiano dopo Biella e Prato.
Dal 1887 ad oggi, al di là dei mutamenti avvenuti nella tecnologia e, con essi, nella produttività delle macchine e degli uomini, nel lanificio altovicentino non è cambiato molto. Nè la localizzazione degli impianti, né la proprietà dei lanfici, diversi di essi ancor oggi a conduzione familiare; anzi, varie aziende risalenti al '700 (Lanificio Conte a Schio) o all'800 (Lanifici Marzotto a Valdagno e Ferrarin a Thiene) continuano ancora oggigiorno ad essere di proprietà delle stesse famiglie. Ed è cambiata di poco la struttura dell'industria, incentrata allora come oggi su due aziende maggiori (Marzotto e Lanerossi, anche se quest'ultima è stata acquistata dalla prima) attorniate da varie minori.
L'industria, imperniata allora sull'azienda cardata a ciclo completo cui si aggiungevano tessitori a domicilio e alcuni finissaggi con tintoria, è oggi formata, oltre che da aziende integrate (quasi tutte di antica tradizione), da diverse aziende di nascita più recente: filature cardate, diverse filature pettinate, ritorciture, roccature, molte tessiture e alcune tintorie e finissaggi.
Questa industria si articola essenzialmente su due filoni principali: quello della tessitura, il più antico, e quello relativamente più recente della filatura pettinata per maglieria iniziato da Alessandro Rossi nel 1869 a Piovene Rocchette.
Molte tessiture (soprattutto le più antiche) sono integrate.Tra queste vorrei citare (e certamente incorrerò in qualche omissione di rilievo): a Valdagno Marzotto (dove l'antico lanificio si è trasformato in un grande gruppo diversificato che, con l'acquisto della Lanerossi, è il leader laniero in campo europeo); a Schio Lanerossi, Conte e Galtes; a Thiene Ferrarin (azienda ultracentenaria e punto di riferimento della tradizione industriale thienese) e De Longhi; a Zanè Titanus.
A tutte queste aziende se ne aggiungono molte di minori, spesso a carattere artigianale, ma talora note per il livello stilistico.
Il pettinato viene prodotto per i 2/3 da Marzotto e Lanerossi. Per quanto riguarda il cardato, lasciando da parte le aziende ora citate, vorrei ricordare la produzione del Lanificio Conte (e la sua fantasia donna), unica azienda di antica tradizione (è sorta nel 1757) che sia rimasta essenzialmente fedele a questo prodotto più intimamente laniero.
Queste tessiture sono tra l'altro alimentate da filature per conto tra le quali spiccano Raumer (cardato), Chioccarello (cardato e pettinato) e Grotto (filati arredamento); a queste si aggiungono parecchi filatori di pattinato come La Filatrice, Filatura di Caltrano, Filatura di Zugliano, Filpe e Ziche.
Quanto al tipo di produzione, al di là della differenziazione tra pettinato e cardato, va detto che la maggior parte delle tessiture produce tessuti per donna (laneria), mentre Marzotto produce tendenzialmente per uomo (drapperia) e Lanerossi sia l'uno che l'altro tipo. Da un punto di vista qualitativo, il tessuto laniero altovicentino viene considerato ottimo anche se non così raffinato come quello biellese.
Oltre alla produzione di tessuti per l'abbigliamento, l'industria laniera altovicentina realizza tessuti per l'arredamento e coperte, delle quali da 100 anni la Lanerossi è il massimo produttore nazionale.
In questi ultimi anni, gli sforzi tesi a migliorare il settore della tessitura si sono indirizzati verso un aumento della produttività e della produzione. E' stato migliorato al massimo il controllo su filati e lavorazioni così da ridurre al minimo noppaggio o rammendo che tendenzialmente si vuole eliminare.
Quanto alle fibre, la produzione si concentra ormai sul pura lana, su lana mescolata a fibre nobili (seta, cachemir, mohair) e, per l'estivo, su lino, misti lino-viscosa e cotone.
Nella zona, oltre ai filati per tessitura, di cui si è detto, si producono filati anche per maglieria (ed è il secondo grande filone laniero), per aguglieria e per arredamento.

Tab.5.2.2 Le maggiori aziende tessili dell'Alto Vicentino

Aziende
Comune
Numero addetti
Attività
Astico spa
Conceria Tre Effe Fratelli Fabris spa
De Longhi Gaetano spa
La Filatrice srl
Filatura di Caltrano srl
Filatura di Zugliano sas
Filatura Mec-Fil sas
Filatura Pettinata Lana Filpe srl
Filma spa
Finmoda spa
Franzan G
Galtes spa
Lafer spa
Lanificio Angelo Ferrarin spa
Lanificio G.B.Conte srl
Manifattura Lane Chioccarello srl
Manifatture Di Fara spa
Manifattura Lane Gaetano Marzotto & Figli spa
Nuova Finitex spa
Nuova Framo srl
Nuova Tintess spa
Pasubio
Pozzani Disposable spa
R.T.B. snc
Raumer spa
Ritorcitura Chiuppano snc
Rossifloor
S.I.T.A. spa
Spiller spa
Stamperia Veneta Tessuti spa
Tiba spa
Titanus spa
Vicentina Pelli
Ziche spa
Fara Vicentino
Fara Vicentino
Thiene
Thiene
Caltrano
Zugliano
Carrè
Thiene
Valdagno
Schio
Sarcedo
Schio
Zanè
Thiene
Schio
Torrebelvicino
Fara Vicentino
Valdagno
Schio
Castelgomberto
Thiene
Chiuppano
Chiuppano
Torrebelvicino
Valli del Pasubio
Chiuppano
Marano Vicentino
Brogliano
Schio
Cogollo del Cengio
Montecchio Prec.
Thiene
Fara Vicentino
Zanè
1
1
3
1
2
2
1
2
3
2
1
2
2
4
2
1
4
6
2
2
2
2
2
1
3
1
3
1
1
1
2
4
1
3
b
c
a
a
a
a
a
a
a
b
a
a
b
a
a
a
a
a
b
c
b
a
a
a
a
a
a
b
a
b
b
a
c
a

Fonte: Kompass98

Numero addetti:
1 20 - 49
2 50 - 99
3 100 - 199
4 200 - 499
5 500 - 999
6 più di 1000

Attività:
a preparazione, filatura e tessitura di fibre tessili
b nobilitazione tessile (finissaggio, tintoria, stampa, ...)
c lavorazione pelli

Per quanto riguarda le aziende di finissaggio, a Schio sono da ricordare Finmoda e Nuova Finitex, famose per il loro notevole livello qualitativo. Oltre a queste, si possono aggiungere altri finissaggi come Giotto-Tex di Torrebelvicino o appartenenti ad aziende integrate (es. De Longhi).
E, per finire, a Cogollo del Cengio la Stamperia Veneta Tessuti tratta e rifinisce anche tessuti a navetta e a maglia di lana.

5.2.2 Il settore abbigliamento

Se il settore tessile-laniero è riscontrabile nel Veneto quasi esclusivamente nell'Alto Vicentino, quello dell'abbigliamento non rappresenta una peculiarità solo della zona, ma coinvolge più o meno tutta l'area pedemontana veneta.
Comunque, nella parte settentrionale della provincia di Vicenza sono presenti aziende di confezioni delle più svariate dimensioni in grado di uscire sia con prodotti di styling ricercati in Italia e all'estero sia con linee più popolari.

Innanzi tutto, si può notare come la maggior parte di queste imprese
producano sia indumenti maschili che femminili. Tra queste, al primo posto per importanza troviamo ovviamente Marzotto. I marchi di sua proprietà sotto i quali i prodotti giungono al consumatore finale sono: Hugo Boss, Principe by Marzotto, Accento, Borgofiori, Ciao, Lebole Uomo. A questi dobbiamo aggiungere quelli in licenza, tra i quali spiccano Biagiotti Uomo, Marlboro Classics, Missoni, Ricerche di Enrico Coveri e Studio 0001 by Ferrè.
Accanto al colosso di Valdagno, altre aziende si sono sapute ritagliare uno spazio spesso importante nel difficile mercato dell'abbigliamento. Ricordo per esempio Via Del Corso (con il marchio Wit Boy Jeans) a Trissino, Staff International e Hart a Thiene, Sportswear International (con i propri marchi Daily Blue, Freezer e il marchio in licenza Krizia) a Carrè. E ancora: Deimos a Malo e Grotto (Gas Blue Jeans) a Chiuppano.
Esistono aziende importanti operanti solo nell'uomo (Fratelli Prandina a Schio) o nella donna (Eti a Caltrano): in genere però sono le più piccole (magari a carattere artigianale) che si specializzano più facilmente.
Un altro settore di punta nell'Alto Vicentino è quello della maglieria esterna. Accanto a decine di laboratori che lavorano in conto proprio o da terzisti, emergono casi aziendali di notevoli dimensioni: superano i 200 dipendenti Eti di Caltrano e Manifatture Di Fara di Fara; godono di ottima fama Vera Da Pozzo, Interpool (con il marchio Peter Hadley e Island) e Franco Ziche a Thiene, Sportswear International a Carrè e Maglificio Sartori a Schio.

Tab.5.2.2 Le maggiori aziende di abbigliamento dell'Alto Vicentino

Aziende
Comune
Numero addetti
Attività
Ares Confezioni srl
Confezioni Peserico spa
Cristiano da Thiene
Deimos spa
Erebus spa
Eti spa
Fiore spa
Franco Ziche spa
Fratelli Prandina spa
Griffit srl
Grotto spa
Hart srl
Interpool spa
La Matta spa
Maglificio Sartori spa
Manifatture Di Fara spa
Marzotto spa
Nores Tricot srl
Onelia spa
Palladio srl
Sagat srl
Siggi Confezioni spa
Sportswear International spa
Staff International spa
Tesina srl
Vera Da Pozzo spa
Via Del Corso spa
Xacus srl
Zarantonello srl
Valdagno
Cornedo Vicentino
Thiene
Malo
Montecchio Precalcino
Caltrano
Zanè
Thiene
Schio
Valli del Pasubio
Chiuppano
Thiene
Thiene
Trissino
Schio
Fara
Valdagno
Malo
Montecchio Precalcino
Zanè
Malo
San Vito di Leguzzano
Carrè
Thiene
Sarcedo
Thiene
Trissino
San Vito di Leguzzano
Trissino
2
2
2
3
1
4
1
3
4
2
3
2
2
2
3
4
6
2
3
2
2
1
2
3
3
2
2
2
1
a
a b
f
a b
c
a c f
c
c g
b
a c l
a b e
a b g
c
f
c d
c h i
a b e
c
c
c
i
a d
a b c e
a b
b
c e g
a b e g
c h
a

Fonte: Kompass98

Numero addetti:
1 20 - 49
2 50 - 99
3 100 - 199
4 200 - 499
5 500 - 999
6 più di 1000

Attività:
a abbigliamento femminile
b abbigliamento maschile
c maglieria esterna
d abbigliamento da spiaggia
e abbigliamento unisex e per il tempo libero
f abbigliamento in pelle
g camicette per signora
h camice per uomo
i lingerie femminile
l alta moda

Meno numerose (ovviamente, dato le minori dimensioni dei relativi mercati) sono le aziende che producono abbigliamento da spiaggia (Maglificio Sartori e Siggi Confezioni a San Vito di Leguzzano le più importanti), camice per uomo (Manifatture Di Fara e Xacus a San Vito di Leguzzano) e per donna (Hart, Vera Da Pozzo, Via Del Corso e Franco Ziche), abbigliamento in pelle (Cristiano da Thiene, La Matta, Eti) e lingerie femminile (Manifatture Di Fara e Sagat a Malo).

5.3 I RAPPORTI DI SUBFORNITURA

Nel tessile-abbigliamento, profondi cambiamenti del mercato stanno determinando una graduale trasformazione del rapporto cliente-terzista: infatti, una domanda sempre più diversificata, volubile ed esigente ha decretato la fine della produzione per grandi lotti ed ha posto alle aziende una formidabile sfida in termini di flessibilità e di tempestività nell'adeguarsi ai gusti ed alle esigenze del consumatore.
Le imprese del settore, per rispondere a questa sfida, si sono decentrate produttivamente fino ad oggi soprattutto sul territorio nazionale, dando luogo ad un vasto indotto di piccole e piccolissime aziende e alla formazione di un sistema di economie esterne che viene tuttora sfruttato.
Ultimamente però la riduzione dei volumi complessivi delle commesse e la maggiore selettività operata dai committenti stanno determinando uno stato di difficoltà crescente per i sistemi di piccole imprese terziste; problemi resi ancor più complessi dal manifestarsi di processi di internazionalizzazione della subfornitura che le espongono direttamente alla competizione dei paesi a basso costo del lavoro.
Comunque, l'impiego di un numero crescente di strutture, di per sé più flessibili in quanto più piccole, e la progressiva riduzione dei volumi di capi prodotti per modello, comportano una maggiore attività di coordinamento e creano grosse difficoltà, in particolare nella programmazione delle linee, per rispondere rapidamente alle variazioni di modello. Vi è per le imprese committenti la necessità di implementare sistemi che consentano, tramite un'efficiente gestione dei diversi flussi informativi, il governo efficace delle attività di tutti gli attori che operano all'interno del network delle aziende fornitrici e subfornitrici.
Le due aree che le imprese devono coordinare sono:

- l'area gestita, che comprende le attività svolte direttamente e cioè quelle di marketing e di studio del mercato, la definizione/progettazione della collezione e quelle commerciali di acquisizione ordini e di consegna prodotti;

- l'area influenzata, che comprende sia la rete di fornitori e terzisti, sia la rete distributiva dei prodotti finiti.

L'impresa committente, non avendo il controllo totale su quest'ultima, deve adottare strumenti di indirizzo e di stimolo al fine di influenzare le prestazioni dell'intera catena.
Il processo che si sta seguendo è quello dell'integrazione: l'azienda committente funge da coordinatore generale dell'intera catena logistica al fine di ottimizzare il servizio al cliente finale e l'economicità dell'uso delle risorse, mentre l'azienda terzista diviene parte integrante di un unico sistema logistico. E' essenziale quindi che l'azienda leader si doti di un'adeguata organizzazione per il controllo delle informazioni e delle prestazioni lungo i flussi critici. Da una situazione caratterizzata da occasionalità e spontaneità, si sta passando ad una ricerca di legami più selettivi e contrattualmente più rigidi tra committenti e subfornitori.
Gli elementi fondamentali per quanto concerne la scelta del terzista da parte dell'impresa leader sembrano essere, oggi, la qualità, la rapidità e la puntualità nelle consegne. Può far riflettere il fatto che il prezzo non si collochi più tra i primi posti: in effetti, questo non significa che la competizione sul prezzo sia diventata un fattore secondario per il rapporto di fornitura; la sua importanza però appare subordinata alla capacità del fornitore di essere affidabile in termini di conformità agli standard di qualità richiesti e di assicurare, in modo costante, flussi regolari con tempi di risposta brevi.
Una volta che l'azienda committente è giunta alla scelta dei terzisti e ha deciso l'inizio della produzione, risulta di fondamentale importanza garantire una corretta alimentazione degli stessi se si vuole che la produzione avvenga nel rispetto delle quantità e nei tempi prestabiliti precedentemente all'avvio della nuova stagione; in effetti, è praticamente scontato che una mancata produzione (dovuta a scarsa alimentazione) si produca in una mancata vendita. E' necessario quindi che l'azienda committente tenga sotto controllo, istante dopo istante, il "battente" di lavoro presso il terzista.
Diversi sono i rapporti che si possono riscontrare tra le aziende programmate e le aziende prontomodiste e i terzisti:

- le aziende programmate, caratterizzate da un ciclo operativo tradizionalmente consolidato e stabile (le collezioni primavera/estate ed autunno/inverno), in genere instaurano rapporti con terzisti esclusivi, per i quali viene predisposto un attendibile piano di produzione; con loro, che sono di grandi dimensioni, ci si accorda sui prezzi, si dà assistenza tecnica e li si coinvolge nella definizione/industrializzazione del prodotto. Una volta accertata l'entità finale del portafoglio ordini, si avviano trattative con altri terzisti, per quanto possibile con le stesse caratteristiche, per disporre di maggiore capacità produttiva durante la fase centrale della stagione. Alla fine di questa, si cessa di alimentare gli ultimi subfornitori contattati per garantire maggiore continuità di lavoro ai primi che sono "più importanti" per l'azienda. Le aziende terziste possono essere dislocate lontano geograficamente dall'impresa committente (anche all'estero);

- le aziende pronto modiste si caratterizzano per la loro capacità di definire, confezionare e consegnare con tempestività un capo con elevato contenuto moda; per questo il lead time del terzista (tempo trascorso dal lancio di una commessa verso il terzista al rientro del lotto dal terzista) deve essere il più breve possibile. Per ottenere ciò, si deve operare con subfornitori prossimi geograficamente e che non pretendano stabilità o esclusività di rapporto né assistenza tecnica. Inoltre è fondamentale che siano di piccole dimensioni (magari a conduzione familiare) così da avere una capacità produttiva estremamente variabile.
Per quanto riguarda la subfornitura altovicentina in particolare, mi soffermerò più specificamente nel capitolo 7, quando esaminerò le aziende artigiane locali.

5.4 I COSTI OPPORTUNITA'

Il costo opportunità o la mancata opportunità di guadagno è un problema che riguarda tutta la filiera del tessile-abbigliamento. I costi opportunità più onerosi sono essenzialmente:

- le vendite forzate: queste, che comportano uno sconto sul prezzo originario del prodotto (tessuto o abito che sia), rappresentano un costo che incide sull'utile. L'incidenza delle vendite forzate è direttamente proporzionale all'aumento del contenuto moda del prodotto;

- i costi di immobilizzo della merce: più il lotto minimo dell'ordine è grande, più i costi di immobilizzo aumentano. Dal momento che rappresentano capitali inutilizzati di scorte, è evidente che siamo di fronte ad un tipico costo opportunità;

- le rotture di stock: si creano quando non si ha la disponibilità immediata di filati, di tessuti o di capi a causa di errate previsioni. Sono tipiche dei prodotti moda e stagionali; poiché comportano una mancata vendita, anche questi sono da considerare costi opportunità.

Dalla tabella 5.4.1 possiamo comprendere quanto le svendite, i costi di immobilizzo e le rotture di stock possano influenzare il valore finale pianificato della produzione complessiva nelle tre fasi principali della filiera del tessile-abbigliamento.
Nella filiera, circa il 25 % del valore pianificato della produzione viene perso per inefficienze del sistema stesso; è come se tutta la produzione del tessile-abbigliamento venisse venduta con un mega-sconto non previsto del 25 %.

Tab.5.4.1 Costo opportunità per fasi di filiera e le relative cause

  Filati e tessuti Abbigliamento Distribuzione Totale
         

Vendite forzate

Rotture di stock

Costi di immobilizzo

Totale costi opportunità

0,6%

0,1%

1,0%

1,7%

4,0%

0,4%

2,5%

6,9%

10,0%

3,5%

2,9%

16,4%

14,6%

4,0%

6,4%

25,0%

Elaborato da: Hunter

Dalla tabella 5.4.1 si può inoltre notare come più ci si avvicina a valle della catena, più i costi opportunità aumentano, soprattutto a causa delle svendite.
Per migliorare l'efficienza di tutta la filiera, è necessario adottare una filosofia "just in time", diminuendo i lotti di riferimento e stringendo maggiormente rapporti collaborativi con i fornitori e i clienti.

 

Tab.5.4.2 Stima dei tempi di attraversamento di un nuovo prodotto (in settimane)

Fase   Tempo di
attesa
Tempo di
lavorazione
Filatura      
 

Trattamento materie prime

Tempo di lavorazione

Magazzino prodotti finiti

Trasporto

Totale

1,6

 

4,6

1,0

7,2

 

0,9

 

 

0,9

Tessitura      
 

Filati grezzi

Filati finiti

Tempo di lavorazione

Finissaggio

Magazzino prodotti finiti

Trasporto

Totale

1,2

1,4

 

 

7,4

6,8

16,8

 

 

3,9

1,2

 

 

5.1

Abbigliamento      
 

Tempo di lavorazione

Magazzino prodotti finiti

Invio alla distribuzione

Totale

 

12,0

2,7

14,7

5,0

 

 

5,0

Distribuzione      
 

Magazzino prodotti al distributore

Magazzino al dettagliante

Totale

6,3

10,0

16,3

 

 

0.0

Totale filiera   55,0 11,0

Elaborato da: KSA

Questo porterebbe ad un consistente recupero del valore perduto per le elevate scorte e per gli errori di previsione.
Il periodo medio di tempo richiesto in media da un nuovo modello di abbigliamento per percorrere l'intera filiera tradizionale (dalla preparazione delle fibre al collocamento del prodotto finito sul mercato) è valutabile in circa 66 settimane (tab. 5.4.2): 11 di tempi di lavorazione e 55 di attesa.
Un tale lasso di tempo rende chiaramente la pianificazione estremamente rischiosa ed imprecisa e fa pagare cari gli errori di previsione, inducendo così ogni operatore del canale ad effettuare svendite o ad immobilizzare scorte.

5.5 L'INTEGRAZIONE VERTICALE E IL DECENTRAMENTO PRODUTTIVO

Sulla struttura del settore del tessile-abbigliamento, e più specificamente sul grado di integrazione-decentramento delle imprese, né gli esperti del settore, né la letteratura scientifica sono in grado di indicare una tendenza definita.
L'esistenza di imprese notevolmente integrate si riscontra più facilmente nel comparto tessile, anziché nell'abbigliamento. Infatti, l'elevata automazione in quest'industria delle diverse fasi del processo, favorisce senz'altro l'ottenimento di economie di scala e la sostituzione del lavoro con il capitale. Il ricorso alla subfornitura, comunque, secondo molti rimarrà: solo questa, infatti, sembra in grado di garantire una certa flessibilità rispetto ai volumi per assorbire le oscillazioni del mercato e l'opportunità di diversificare i prodotti, anche quelli che devono essere fabbricati in quantità modeste. La subfornitura deve comunque essere qualificata e specializzata, in grado di offrire qualità e servizio.
Nel settore abbigliamento, le imprese medio-grandi, grazie a sistemi quali il CAD o il taglio automatico, riescono ad internalizzare alcune fasi come lo sviluppo taglie o il taglio. Il processo di integrazione verticale di queste fasi può però non avvenire necessariamente. I problemi più comuni che possono insorgere sono l'addestramento del personale o il costo d'acquisto di tali tecnologie. Inoltre, forse ancor più che nel tessile, nelle confezioni è necessario il ricorso alla subfornitura per conservare una certa flessibilità.

In generale, sono due le strategie che le imprese possono adottare:

- l'integrazione (verticale o meno), grazie generalmente a "equity agreements": in questo modo le aziende incorporano più fasi o anelli della catena, partendo dalle attività più vicine alla competenza originaria;

- specializzandosi in una o poche fasi ("core competences") e realizzando un controllo su altri anelli della filiera tramite meccanismi contrattuali. Ciò consente di operare con ridotti investimenti diretti e con un limitato impegno nello sviluppo interno di capacità.

Queste due condotte "base" non spiegano ovviamente da sole la grande varietà di soluzioni strategiche e strutturali presenti attualmente nel tessile-abbigliamento: bisogna risalire anche alle condizioni che si sono determinate storicamente per ogni singola impresa ("path dependency") e alle caratteristiche della "core technology".
Quest'ultima, in particolare, è fondamentale per le scelte organizzative di un'azienda: nelle fasi più a monte (la filatura e la tessitura), dove la tecnologia è più "capital intensive", l'integrazione è una strategia praticabile; fasi relative alla confezione, più "labour intensive", vengono invece più facilmente decentrate (subfornitura e multilocalizzazione) .
Nell'Alto Vicentino le imprese hanno assunto storicamente due forme organizzative diverse: l'impresa integrata (o gruppo) e il distretto industriale.
Appartiene sicuramente alla prima categoria il gruppo Marzotto: partendo originariamente dal settore tessile-laniero, l'azienda si è integrata verticalmente e si è diversificata in modo coerente all'interno della filiera, giungendo a darsi una dimensione e un marketing internazionale.
Per quanto riguarda la seconda categoria, esiste nell'area un sistema di piccole imprese dove prevale la specializzazione di fase, che contribuisce a conferire al settore efficienza e flessibilità. Bisogna precisare, tuttavia, che quello presente nell'area non è un esempio di distretto marshalliano vero e proprio; queste piccole aziende tendono in effetti a gravitare nella maggior parte dei casi direttamente o indirettamente attorno ad una sola azienda leader: il gruppo Marzotto.

5.6 IL TRAFFICO DI PERFEZIONAMENTO PASSIVO

La necessità delle aziende operanti nel tessile-abbigliamento di mantenersi competitive a livello internazionale, ha portato al trasferimento in paesi ad un più basso costo di lavoro di parti della filiera produttiva, mantenendo però le fasi più delicate in Italia.
Il traffico di perfezionamento passivo (Tpp) consiste in questo: le imprese trasferiscono all'estero le materie prime o i semilavorati che verranno lavorati dai terzisti stranieri e reimportati in Italia pronti per essere venduti.

Le merci compiono due movimenti:

- il primo riguarda il trasferimento dei semilavorati dal committente italiano al terzista straniero; poiché i semilavorati rimangono di proprietà del committente, non siamo in presenza di una transazione vera e propria;

- il secondo coinvolge il prodotto finito: con il ritorno della merce in Italia, avremo una transazione solamente riguardo l'ammontare del costo della lavorazione effettuata dal terzista.
Il problema principale insorge quando le merci devono attraversare le frontiere doganali e quindi si deve stabilire il pagamento di dazi e tariffe.

La regolamentazione generale comunitaria sulle temporanee esportazioni prevede la parziale tassazione all'atto della reimportazione, che si realizza calcolando l'ammontare dei diritti relativi ai prodotti finiti reimportati (prodotti compensatori) e deducendo un importo pari ai diritti che sarebbero applicabili alle merci temporaneamente esportate se fossero importate al momento della reimportazione dei prodotti compensatori stessi; in altre parole, la tassazione colpisce solamente il costo della lavorazione effettuata all'estero.
Il Tpp indubbiamente comporta, soprattutto all'interno di un distretto come quello dell'Alto Vicentino, uno spiazzamento della subfornitura locale sostituita da imprese subfornitrici straniere con costo di lavoro minore; d'altra parte, le imprese committenti, per rimanere competitive, devono far ricorso a questa strategia. A mio giudizio, è di fondamentale importanza trovare un giusto equilibrio tra le parti che non penalizzi né l'una né l'altra.
Tra i vari settori industriali, come si vede dalla tab.5.6.1, il tessile-abbigliamento è quello che pratica maggiormente il Tpp.

Tab.5.6.1 Numero di operazioni di esportazione temporanea per settore di appartenenza

 
1993
1994
1995
 
V.a.
%
V.a.
%
V.a.
%
Tessile-abbigliamento
Calzaturiero
Elettronico
Metallurgico
Chimico-farmaceutico
Alimentari
Altri settori
Totale
603
102
7
9
5
6
19
751
80,0
14,0
0,8
1,2
0,7
0,8
2,5
100,0
682
118
5
11
5
7
15
843
81
14
0,6
1,3
0,6
0,8
1,7
100
842
156
7
12
5
9
9
1040
81,0
15,0
0,7
1,1
0,4
0,9
0,9
100,0

Fonte: Crescini A. e Mistri M., 1996

Inoltre, tra tutte le regioni d'Italia, il Veneto è quella che ha il maggior numero di imprese ed il maggior valore della lavorazione affidata ai terzisti stranieri (tab.5.6.2).
Per quanto riguarda la provincia di Vicenza, infine (tab.5.6.3), possiamo osservare come sia preceduta, nel Veneto, solo da quella di Treviso.

Tab.5.6.2 Le regioni italiane ed il Traffico di perfezionamento passivo nel settore tessile-abb.: numero di imprese e valore della lavorazione nei paesi terzi (in milioni di lire)

1994
1995
N.imprese
%
Val.lavor.
%
N.imprese
%
Val.lavor.
%
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Liguria
E.Romagna
Toscana
Marche
Umbria
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Totale
19
0
72
6
101
2
0
60
15
9
12
1
12
2
2
11
0
0
0
0
324

5,86
0,00
22,22
1,85
31,17
0,62
0,00
18,52
4,63
2,78
3,70
0,31
3,70
0,62
0,62
3,40
0,00
0,00
0,00
0,00
100,00
28.802
-
87.352
5.779
122.928
483
-
65.220
13.202
3.551
6.542
45
13.151
1.440
946
12.678
-
-
-
-
362.119
7,95
-
24,12
1,60
33,95
0,13
-
18,01
3,65
0,98
1,81
0,01
3,63
0,40
0,26
3,50
-
-
-
-
100,00
27
0
120
4
123
3
1
82
30
15
13
2
22
3
4
18
0
1
4
0
472
5,72
0,00
25,42
0,85
26,06
0,64
0,21
17,37
6,36
3,18
2,75
0,42
4,66
0,64
0,85
3,81
0,00
0,21
0,85
0,00
100,00
53.366
-
124.521
4.254
176.519
1.787
183
82.231
20.957
4.320
6.672
823
23.130
2.485
1.180
18.304
-
2.458
659
-
523.849
10,19
-
23,77
0,81
33,70
0,34
0,03
15,70
4,00
0,82
1,27
0,16
4,42
0,47
0,23
3,49
-
0,47
0,13
-
100,00

Fonte: Crescini A. e Mistri M., 1996

Tab.5.6.3 Il Veneto ed il Traffico di perfezionamento passivo nel settore del tessile-abbigliamento: numero di imprese e valore della lavorazione nei paesi terzi (in milioni di lire)

1994
1995
N.imprese
%
Val.lavor.
%
N.imprese
%
Val.lavor.
%
Belluno
Padova
Rovigo
Treviso
Venezia
Verona
Vicenza
Totale

0
20
6
32
13
13
19
103

0,00
19,42
5,83
31,07
12,62
12,62
18,45
100,00

-
20.703
4.549
58.467
7.096
8.002
24.111
122.928

0,00
16,84
3,70
47,56
5,77
6,51
19,61
100,00

0
25
7
38
13
13
27
123

0,00
20,33
5,69
30,89
10,57
10,57
21,95
100,00
-
31.244
4.239
86.279
10.831
7.809
36.117
176.519
0,00
17,70
2,40
48,88
6,14
4,42
20,46
100,00

Fonte: Crescini A. e Mistri M., 1996