CAPITOLO 6
LA CONDOTTA
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6.1 I FATTORI COMPETITIVI CLASSICI
6.1.1 I fattori di prezzo
Negli ultimi anni l'industria del tessile-abbigliamento
italiana ha perso gradualmente parte della sua competitività in
favore dei Paesi con il costo del lavoro più basso.
Ciò ha comportato una perdita di quote nel mercato internazionale
che sarebbe stata ancora più rilevante se i produttori nazionali
non avessero accettato di comprimere i margini di profitto: i prezzi alla
produzione, infatti, sono aumentati in maniera superiore dei prezzi all'esportazione.
Anche l'indice del costo del lavoro per unità prodotta mostra una
tendenza non certo favorevole: l'Italia ormai presenta, subito dopo Belgio
e Germania, il più oneroso costo orario della manodopera nella
filatura e nella tessitura e in assoluto il costo più elevato d'Europa
nell'abbigliamento.
6.1.2 I fattori non di prezzo
Fortunatamente, le imprese italiane fanno uso di altri
fattori competitivi (non di prezzo), che hanno frenato l'ingresso di altri
concorrenti, spesso asiatici, che si avvalgono di salari più bassi
e magari di sussidi governativi e della protezione del mercato interno.
Questi fattori sono principalmente: la creatività e la capacità
di adattamento.
La prima è una caratteristica tipicamente italiana, che riguarda
non solo l'originalità dei modelli e dei disegni, ma anche le formule
flessibili di organizzazione della produzione e della distribuzione (il
distretto del tessile-abbigliamento dell'Alto Vicentino ne è un
esempio).
La capacità di adattamento ai mutamenti della domanda mondiale
è avvenuta sia geograficamente, ricercando nuovi mercati in espansione,
sia accentuando la tendenza alla specializzazione nei prodotti a più
alto valore aggiunto richiesti dalle fasce di mercato medie e alte che
sono più sensibili ai fattori qualità e moda .
6.2 I NUOVI FATTORI COMPETITIVI
6.2.1 Il tempo
Il tempo di risposta al mercato è il fattore critico
di successo per tutte quelle imprese operanti nel settore del tessile-abbigliamento
che fanno della moda un vantaggio competitivo. Infatti, per il distributore
che commercializza prodotti con elevato contenuto di styling, non è
discriminante per le vendite il fattore prezzo (ovviamente se il prodotto
è in linea con la moda del momento), bensì il poter disporre
della merce prima degli altri.
Il periodo di attraversamento complessivo (per il ciclo) di un nuovo prodotto
nella filiera dalle materie prime alla distribuzione finale è mediamente
di circa 66 settimane così suddivise:
- 8,1 settimane per la fase di filatura;
- 21,9 settimane per la fase di tessitura;
- 19,7 settimane per la fase di confezione;
- 16,3 settimane per la fase di distribuzione.
Le settimane impiegate nelle lavorazioni sono solo 11
su 66: le altre sono perse in tempi di attesa durante le fasi di trasformazione
intermedia ed in altre attività che non aggiungono valore al prodotto.
Questo significa che il tempo necessario ad un lotto economico a diventare
un lotto di prodotto finito e distribuito, nel caso in cui nella filiera
non ci siano altri lotti lanciati in produzione e non ci sia tempo perso
in "soste", è di 11 settimane.
E' chiaro che se si riuscisse a ridurre questi tempi, ci si potrebbe avvicinare
ad una produzione Just In Time e soddisfare così in maniera più
efficace gli sbalzi della moda e le richieste della domanda finale.
Gli sprechi e le inefficienze presenti nel ciclo di produzione si possono
riassumere, in particolare:
- nello spreco di sottoprodotto o sovraprodotto dovuto ad errate previsioni
e ad errata interpretazione del trend di mercato;
- nella perdita di tempo per l'attesa fra due lavorazioni;
- nella perdita di tempo dovuta ad inefficienza nel sistema di movimentazione
fra centri di lavoro o di identificazione e movimentazione dei materiali
nei magazzini;
- nei ritardi nelle consegne dei fornitori;
- nelle inefficienze nell'avanzamento e nel controllo del flusso produttivo;
- nelle inefficienze, ritardi o errori commessi nel sistema di order
entry sia verso i fornitori che dai clienti.
Le aziende italiane, inoltre, a causa dello sfasamento
temporale tra l'istante in cui i rivenditori e i dettaglianti italiani
richiedono la merce e le richieste/ordini dei mercati stranieri , si trovano
impossibilitate ad esprimere tutto il loro potenziale di vendita all'estero.
6.2.2 La flessibilità
E' indispensabile, per ottenere la flessibilità
della produzione (elemento fondamentale per seguire la variabilità
della domanda), trovare il sistema per ridurre la dimensione dei lotti
e dei tempi di consegna soprattutto a monte della filiera. L'automazione,
tipica del settore tessile, non deve cioè ostacolare la sempre
maggiore richiesta di flessibilità da parte degli attori a valle
della catena del tessile-abbigliamento; questa esigenza è tanto
più sentita quanto maggiore è il contenuto moda dei filati
o dei tessuti che costituiranno il capo finito. Solo con lotti d'acquisto
piccoli e più frequenti di filati e/o tessuti è possibile
seguire in maniera più efficace le oscillazioni di vendita dell'abbigliamento,
soprattutto se questi hanno un contenuto moda.
Le aziende che operano nel settore, a causa della crescente incertezza
ed imprevedibilità che regna nel mercato dell'abbigliamento dei
prodotti stagionali e dei prodotti moda, devono ridurre la dimensione
dei lotti d'acquisto e comprimere il tempo di risposta agli ordinativi.
6.2.3 Il miglioramento del servizio
al cliente
Per soddisfare pienamente i propri clienti, un'azienda
deve migliorare la qualità del servizio offerto, cercando innanzitutto
un'integrazione della logistica con gli altri attori della filiera, riducendo
i tempi di attraversamento e di pianificazione e consegnando i prodotti
più celermente.
I clienti intermedi della filiera si aspettano principalmente prodotti
di alta qualità, servizi migliori e adeguati alle proprie esigenze
e consegne più puntuali e più frequenti. Auspicherebbero
inoltre che i fornitori proponessero un "qualcosa di extra"
che fosse di ausilio per ridurre i loro costi o per migliorare le loro
possibilità di vendita.
Ciò che impedisce alla maggior parte delle aziende del tessile-abbigliamento
italiano di soddisfarli è il fatto che purtroppo hanno progettato
i loro processi produttivi e logistici per ottimizzare i propri obiettivi
aziendali o, in ogni caso, per soddisfare i bisogni del cliente medio;
invece, per competere utilizzando la leva del servizio al cliente, i produttori
devono fare in modo che:
- il rapporto qualità/prezzo del prodotto risponda alle esigenze
del cliente;
- il design del prodotto (filato, tessuto o capo d'abbigliamento) sia
valido e vendibile. Questo è sentito soprattutto per i prodotti
con un elevato contenuto moda;
- il servizio di fornitura associato al prodotto sia appropriato in
termini di tempi di consegna, dimensioni del lotto minimo d'acquisto,
frequenza e puntualità delle consegne.
Secondo un'indagine sull'abbigliamento femminile condotta
in Italia , le aspettative maggiori del rivenditore nei confronti del
rapporto di fornitura con il produttore, sono nell'ordine:
- il riassortimento durante la stagione di vendita (per il 46 % degli
intervistati);
- le collezioni flash durante la stagione di vendita (per il 28 %);
- le consegne in pronto moda (per l'8 %);
- l'allestimento di vetrine (per il 5 %);
- il servizio su "misura" (per il 4 %);
- altri servizi (per il 9 %).
Il discorso sul cliente finale invece è ovviamente diverso: per
il consumatore diviene sempre meno importante acquistare la novità
di prodotto in quanto tale, mentre c'è il ritorno dell'apprezzamento
del contenuto e della qualità del capo. Ciò significa che
il prodotto deve:
- essere confortevole;
- avere una buona vestibilità;
- essere confezionato usando determinate materie prime;
- possedere buone finiture;
- essere affidabile e durare nel tempo;
- essere supportato da un certo servizio nel punto vendita e dopo la
vendita.
L'impresa del tessile-abbigliamento, per vincere la concorrenza
deve capire che il cliente non è solo un compratore, ma è
soprattutto una persona che utilizza i prodotti.
Concludendo, posso affermare che, per battere le aziende
estere che beneficiano di bassi costi del lavoro, è necessario
puntare su:
- la rapidità di adeguamento alle richieste del mercato;
- la riduzione dei tempi di processo dal concepimento del tessuto all'abito
indossato;
- la diminuzione dei costi indiretti e l'aumento dell'efficienza di
canale;
- il servizio associato al commercio che deve essere orientato alle
aspettative del cliente.
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